GIÙ LE MANI DAL 41-BIS

2023-02-01 18:42

Salvatore Azzuppardi Zappalà

GIÙ LE MANI DAL 41-BIS

Il 41-bis non è una forma di vendetta dello Stato, ma una misura preventiva, un deterrente contro la criminalità mafiosa, e va applicato rigorosamente

Quando sento parlare di anarchici mi vengono in mente l’immagine, forse oleografica, di quelli che cantavano “Addio Lugano bella” e l’altra immagine, tragica, del povero Giuseppe Pinelli, ingiustamente accusato della strage di piazza Fontana e morto misteriosamente precipitando da una finestra del quarto piano della Questura di Milano.

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Per questo in questi giorni ho seguito con pietà la vicenda dell’anarchico Cospito (condannato all’ergastolo per vicende in cui per fortuna non è morto nessuno), il quale sta facendo per protesta lo sciopero della fame.

 

Ieri, però, i giornali titolavano che Cospito non chiede l’esenzione per sé soltanto dal carcere duro, ma pretende addirittura l’abolizione del 41-bis.

 

Questo è inaccettabile, perché il 41-bis, - per quanto attenuato rispetto alle intenzioni originali, a seguito della vergognosa “trattativa” a cui le più alte cariche dello Stato si sono piegate in nome di un malinteso male minore - si è rivelato uno strumento formidabile contro i mafiosi, tanto da averne scatenato nel 1993 la furia stragista.

 

Il 41-bis non è una forma di vendetta dello Stato, ma, potremmo dire, una misura preventiva, un deterrente contro la criminalità mafiosa, e va applicato rigorosamente.

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Chi lo contesta, in nome di un peloso garantismo, non si rende conto che con questo appellarsi a principi certamente nobili ma che nel contrasto alle mafie sono dannosi, fa il gioco di chi concretamente ha ucciso centinaia e centinaia di innocenti, ha avvelenato la società civile del nostro Paese e ha impedito e continua a impedire lo sviluppo delle regioni meridionali.

Quindi, GIÙ LE MANI DAL 41-BIS!

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